Il gioco simbolico come palestra di vita

Vi è mai capitato di vedere dei bambini o delle bambine che fanno finta di telefonare tenendo in mano un pezzetto di lego? Stanno giocando a “far finta di”. Questi tipo di gioco si definisce gioco “simbolico”, perché gli oggetti diventano simboli e si attribuiscono ad essi delle caratteristiche diverse da quelle realmente possedute, ad esempio una scopa può diventare un cavallo.

Il “fare finta” nel gioco è una risorsa straordinaria per i bambini e le bambine; è una sorta di “agire per prova”, poiché consente, di mettere in scena esperienze non ancora reali ed educa a una capacità trasformativa dell’esperienza, grazie alla possibilità che offre di imitazione della realtà.
Col gioco, i bambini possono “far finta di” essere adulti, sperimentando questa condizione, senza doverne affrontare i relativi fallimenti e le inevitabili sofferenze. I bambini e le bambine possono imitare e riprodurre le azioni che hanno visto fare agli adulti che li circondano; ed è molto importante non interferire nelle scelte ludiche, non differenziandole, ad esempio, per genere (maschili e femminili).

Con il gioco simbolico il bambino può sperimentare le sue emozioni e le sue fantasie, esercitare il linguaggio e anche la sua visione del mondo e degli altri. Ciò avviene soprattutto se ha libertà di azione e spazi, in cui può muoversi liberamente non solo con il corpo, ma anche con la mente. Può giocare con le idee, sostenuto da materiali adeguati, oggetti semplici, che offrono la possibilità di sperimentare esperienze ricche di stimoli e rispondenti ai suoi bisogni interiori.